9 novembre 2015 - Incontro con il Senatore Luigi Zanda
Le domande dei Circoli PD del Centro Storico
Giuseppe Cherubini, Circolo PD Cannaregio
Giorgio Isotti, Circolo PD Giudecca
Alberto Bernstein, Circolo PD San Marco
Andreina Zitelli, Circolo PD San Polo
Valeria Vallè Finocchi Circolo PD Castello
Alessio Molin, Circolo PD Burano
Paolo Povolato, Circolo PD Lido
Monica Sambo, Consigliere PD Comune Venezia
La proposta della Cooperativa Portabagagli sintesi di quanto emerso nella riunione del 7 ottobre al Circolo PD di Cannaregio
di Pierluigi Tamburrini
La Cooperativa Portabagagli conta tra i 120 e i 150 lavoratori, sulla base della stagionalità. Di questi una cinquantina sono fissi. Gli stipendi vanno dai 900 ai 1500 euro al mese. Dispone di un parco attrezzi da oltre 2 milioni di euro, a dimostrazione dell’importanza della realtà. Secondo il vicepresidente Antonio Vellecca la Cooperativa ha mostrato apertura al dialogo con i cittadini sul tema delle grandi navi e ciò ha contribuito a inasprire i rapporti già difficili con l'Autorità portuale. Al porto invece sarebbero circa 5mila i lavoratori, molti dei quali precari.
Sintetizzando in uno slogan la proposta della Cooperativa si potrebbe riassumere nel superare il no contro sì. Si tratta di una contrapposizione superata dai fatti. La laguna di Venezia, infatti, presenta una scarsa profondità dei fondali che impedirebbe comunque alle navi più grandi di accedervi. Si è passati, infatti, dalle 52mila tonnellate delle navi di inizio anni Novanta, tra le prime a scegliere Venezia come destinazione, a navi da 140mila tonnellate su 320 metri di lunghezza nel 2015. Il futuro riserva navi da 250mila tonnellate, molto più tozze, lunghe 360 metri e larghe 50. Ma scafi sopra le 120mila tonnellate di stazza, all’incirca, non possono accedere alla laguna. Delle attuali 20 navi in costruzione 17 superano questa soglia. Solo Costa Crociere mantiene la classe Venezia da 97mila tonnellate.
A fronte di tutto ciò la politica è rimasta indietro rispetto alla società e alle stesse posizioni dei cittadini. Ne sia prova il decreto Clini-Passera, definito “assurdo” dai Portabagagli, che prevede che a Venezia arrivino solo navi sotto le 40mila tonnellate, ovvero il 2 per cento delle navi da crociera. Aggiungendo però che ciò diverrà effettivo solo se ci sarà una via alternativa. A fronte di questa assenza decisoria si aprono vari scenari. Dal meno probabile, ovvero il trasferimento delle future crociere a Trieste, a quelli più verosimili di un loro dirottamento sul Pireo o su Civitavecchia o, in futuro, forse anche su Istanbul. Minimo comune denominatore tra queste ipotesi è l’allontanamento delle navi da Venezia. La proposta dei portabagagli, quindi, è una banchina in bocca di porto con trasbordo alla Marittima con naviglio minore, e passaggio di fronte a San Marco.
Municipalità di Venezia, Murano e Burano -
Mozione Sì alla salvaguardia della Laguna - Prospettive della crocieristica a Venezia
(...)
La Municipalità di Venezia, Murano e Burano, nell’affrontare la questione della crocieristica, considera prioritario il mantenimento dei posti di lavoro e lo sviluppo in futuro di ulteriori opportunità occupazionali. Per raggiungere questo scopo è necessario che il nuovo progetto sia ideato in modo che Venezia possa affrontare la concorrenza delle altre città portuali, applicando soluzioni tecnologiche all’avanguardia che devono essere selezionate con estrema attenzione. Non si deve porre la cittadinanza di fronte al dilemma se mantenere i posti di lavoro nella crocieristica o tutelare la propria salute e l’ambiente. Questi due obiettivi infatti devono essere perseguiti di pari passo, se si vuole dare un futuro economico ad una città come Venezia che ha grandi potenzialità economiche, ma è al contempo caratterizzata da un’estrema fragilità(...)
(…) L’attuale Sindaco, come suo primo atto, ancor prima di nominare la Giunta Comunale, ha proposto una soluzione che prevede l’uso dei canali Malamocco-Marghera e Vittorio Emanuele III e lo scavo di un raccordo di oltre 3 km fra i bassifondi della Laguna, costeggiando il lato est dell’isola delle Tresse; tutte vie d’acqua da approfondire ed ampliare. Egli aveva già espresso pubblicamente tale idea nel febbraio 2013, in qualità di presidente degli industriali, ma nessuno l’aveva mai presa in considerazione. Confindustria stessa non si è curata di sviluppare il progetto e nessun altro soggetto l’ha portato ai Ministeri competenti.
Il Consiglio della Municipalita’ di Venezia, Murano E Burano Esprime il forte timore che questa ennesima “trovata” abbia il solo obiettivo di rallentare la soluzione definitiva, impegnando inutilmente altro tempo e denaro, con la conseguenza che le grandi navi continueranno a sfilare davanti a San Marco e Giudecca; Ritiene che proporre altri scavi lagunari significhi non solo perdere migliaia di ettari di habitat naturale e ricchezze di biodiversità, ma operare in conflitto con le normative speciali vigenti per Venezia, classificate di rango superiore rispetto alle leggi ordinarie e ritiene quindi che non sia il modo migliore per raggiungere “il massimo livello di tutela dell’ambiente lagunare“, richiesto dal decreto del 2012; Ritiene inoltre che le soluzioni di approdi infra-Laguna, non siano più idonee a soddisfare una crocieristica sostenibile, ma che siano piuttosto espressione di posizioni conservatrici e per nulla lungimiranti; al riguardo Rileva le seguenti criticità, che inducono a ritenere l’attuale Stazione Marittima un complesso di moli non più in linea con le esigenze di una moderna stazione passeggeri, che aspiri a svilupparsi per accogliere navi di larghezze e stazze maggiori (...)
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In collaborazione con i Circoli PD del Centro Storico mercoledì 7 ottobre 2015
Al Circolo Di Vittorio degli Ormesini Incontro con la
Cooperativa Portabagagli
del Porto
Preparati, intelligenti, pacati ed aperti. Così descriverei i rappresentanti della cooperativa portabagagli del porto che ieri sono venuti da noi in sezione alla Di Vittorio.
Presenti oltre ai nostri iscritti anche i rappresentanti e segretari di quasi tutti i circoli di Venezia centro storico ed isole.
Il primo punto che hanno voluto sottolineare è che loro erano stanchi di questa contrapposizione tra quelli del NO e quelli del SI, che era necessario che tutti facessero un passo in avanti per il bene della città. Quelli del No lo avevano fatto ed andava riconosciuto perché erano passati da posizioni oltranziste all’accettazione di un progetto compatibile per la crocieristica e la città ed ora toccava definitivamente a quelli del SI fare altrettanto. Loro non sono ambientalisti, ma veneziani che lottano per la difesa del posto di lavoro che è anche comunque per la difesa della vita della città, perché si può vivere qui solo se c’è lavoro. Il lavoro non va pensato a breve termine ma con una proiezione nel tempo; come lavoratori vogliono ipotizzare una soluzione che ci faccia pensare ai prossimi trent’anni, perché è questo che darà loro sicurezza e che darà alla città la possibilità di potersi proiettare in un progetto di sviluppo. Ora visto il costante aumento delle dimensioni delle navi è evidente che qualunque scavo realizzato oggi in laguna non sarebbe utile probabilmente a garantire il passaggio delle grandi navi nei prossimi anni, (già si sa che sono in cantiere navi che non potranno navigare con le attuali ipotesi di scavo di canali), quindi queste soluzioni non sono compatibili con un progetto di sviluppo della città.
L’unica soluzione è quella di una banchina d’attracco in bocca di porto al Lido. Non un porto, perché gettate di cemento in mare, per costi ed impatto ambientale, sarebbero comunque complessi, ma una banchina con il check in alla Marittima, dove i passeggeri vengano trasferiti con imbarcazioni più leggere e venga quindi garantito dalle compagnie di crociera il passaggio a Venezia che tutti sappiamo essere il plus di queste offerte.
La cooperativa è pronta a garantire il trasferimento di bagagli e merci, anche perché già sperimentato in determinate occasioni e come cooperativa hanno anche investito nell’acquisizione di strumenti più moderni ed efficienti che garantiscono una velocizzazione di questi processi.
Ora chi in realtà ha potere decisionale sulla questione del porto sono gli armatori ed è con loro che ci si deve accordare, cosa offrire loro per promuovere investimenti, come porsi per far coincidere le scelte portuali con la vita e lo sviluppo della città.
La possibilità di trasferire la crocieristica a Trieste non è molto realistica anche perché le compagnie crocieristiche hanno necessità di una serie di strumenti che permettano l’afflusso dei turisti, vale a dire, per esempio un aeroporto internazionale, un sistema su strada e su rotaia adeguata che Trieste non ha.
Quindi in realtà non essere oggi d’accordo con forza come città su un progetto compatibile, apre scenari totalmente diversi con un possibile trasferimento di questo polo crocieristico al Pireo o al massimo a Civitavecchia, con danni per tutto l’alto Adriatico.
Il posticipare decisioni, proponendo progetti che poi vengono bocciati come il contorta porta ed un lento declino della portualità con riduzione di navi e passeggeri e quindi lavoratori.
L’intervento di Andreina Zitelli ha chiarito che anche il progetto attuale De Piccoli ha delle criticità e che sarebbe invece più opportuna la realizzazione di una banchina limitata in grandezza e lunghezza dove però sarà impossibile mantenere l’attuale ritmo di attracco delle navi. L’unica soluzione è quindi quella di rivedere il progetto e di accordarsi con le compagnie di navigazione per un programma di presenze spalmate nella settimana e non concentrate in pochi giorni. Questa calendarizzazione permetterebbe la presenza di navi in più giorni con una ricaduta anche sui controlli dei flussi degli accessi turistici in città.
La presenza di una banchina in bocca di porto potrebbe anche allungare la stagione crocieristica superando alcune problematiche legate alle condizioni climatiche.
Per concludere è opportuno che la città, a cominciare dalle sue organizzazioni rappresentative (come il nostro partito) arrivi ad appoggiare e presentare una proposta di portualità compatibile con la laguna, con il futuro della crocieristica e con il lavoro.
I circoli del partito democratico questo devono fare, informare ed informarsi, discutere con i protagonisti per arrivare a definire e proporre un progetto concreto e condiviso. Il Segretario del Circolo PD di Cannaregio Marina Rodinò
ottobre 2015 - il voto alla Municipalità
Sì a Venezia
Questa sera un momento alto di democrazia e di amore per la città ha portato all’approvazione, in Consiglio di Municipalità, di un documento votato a larghissima maggioranza (17 favorevoli, 5 contrari, 2 astenuti).
Questo odg ha una importanza particolare. Se una mostra d’arte viene bloccata, vuol dire che ci troviamo in un periodo in cui il buio sta scendendo e la possibilità di vedere viene limitata, ristretta.
Le foto di Berengo Gardin hanno fatto il giro del mondo, i più importanti giornali nazionali ed internazionali ne hanno parlato. Dalle foto di Gardin e dallo stupore del mondo di fronte ad una operazione di censura siamo partiti per arrivare al tema del gigantismo navale e della sua gestione.
Tutti in Italia e all’estero si chiedono come possiamo noi Veneziani accettare che questi “mostri” passino in bacino San Marco.
Ecco, la Municipalità di Venezia, visto che ha raccolto il 46 per cento dei voti dei Veneziani, ritiene di poter, a tutti gli effetti, esprimere il parere di buona parte della città.
Che dire del progetto proposto dal Sindaco? Siamo di fronte ad un atto che vuole far perdere ancora tempo. Il progetto, che, se sarà presentato non troverà sicuramente un parere positivo nella valutazione di impatto ambientale, è uno degli strumenti che permette di guadagnare tempo, di fare in modo che le navi continuino a passare indisturbate in Bacino.
Dobbiamo assolutamente far sapere che non siamo noi Veneziani a volere questo oltraggio e che subiamo scelte che non sono le nostre.
Sappiamo distinguere le operazioni strumentali e finalizzate ad utili di poteri estranei all’interesse della collettività e sappiamo individuare quali sono le realtà da tutelare, sia che si tratti di ambiente, sia che si tratti di persone.
Occorre mettere in sicurezza la nostra città dal transito delle grandi navi, e questa è la più urgente necessità, e dobbiamo mettere in sicurezza la laguna da possibili devastazioni che alterino il suo stato e danneggino il suo equilibrio e la vita di tutti i cittadini dell’arcipelago lagunare, non solo dell’isola di Rivo Alto.
Quindi questo ordine del giorno vuole prima di tutto rivendicare il diritto di esprimersi e la condanna di qualsiasi modo di limitarne la libertà, in secondo luogo di tutelare la nostra città dalle inutili menzogne che servono a prendere tempo perché non cambi nulla e tutelare la laguna da attacchi al delicato sistema di equilibrio ambientale.
La mozione che è stata approvata dice sì alla tutela dell’equilibrio ambientale, sì alla salvaguardia della salute delle persone, sì alla conservazione (se non ampliamento) dei posti di lavoro. E dice soprattutto sì a Venezia, che ha il diritto di essere rispettata e non violata.
Un grazie speciale a Roberto Vianello, il nostro sapiente delegato all’ambiente, e al compatto e valoroso gruppo di maggioranza che ha votato il testo e che, con competenza e vivacità, ha argomentato e motivato l'articolata mozione: Riccardo Stellon, Valentina Serena, Paolo Sambo, Valeria Vallé Finocchi, Renzo Busetto, Matteo Regazzo, Stefania Bertelli, Cecilia Tonon, Simona Vio, Tommaso Marotta, Tiziano Ballarin, Elena Grimaldo, Anna Messinis, Yaser Odeh, Sandra Bertotto, Gabriele Piasentini Il Presidente della Municipalità di Venezia, Murano e Burano
Gian Andrea Martini
Grandi navi, Circolo PD di Cannaregio: «non ci rappresentano»
Sul tema delle grandi navi non ci sentiamo rappresentati dalle recenti dichiarazioni dei dirigenti del Pd in Consiglio Regionale, Alessandra Moretti, e in Consiglio Comunale, Andrea Ferrazzi, dell'Onorevole Davide Zoggia, e del segretario Metropolitano Marco Stradiotto. Rimaniamo sconcertati da questo accorrere in soccorso del vincitore sia per questioni di merito, che di metodo. Sul merito: è paradossale che dirigenti del Pd diano l’assenso a un progetto che non c’è. Lo scavo del Canale Vittorio Emanuele, infatti, è solo una suggestione che l’attuale sindaco di Venezia coltiva da tempo. Ma per diventare progetto necessita almeno di una valutazione tecnico-scientifica, di una somma di basi scientifiche ed economiche che non sono mai state fornite.
Riguardo al metodo: questioni così importanti non si liquidano con un’intervista o un comunicato distratto. Non si può nemmeno dare la semplice impressione che si parli a nome di noi militanti e iscritti veneziani al Partito Democratico senza averci consultati. Perciò, per sgombrare il campo da dubbi, chiariamo che queste dichiarazioni non sono state rilasciate a nome nostro, e non le condividiamo.
Siamo disponibili a valutare qualunque soluzione che tuteli la laguna, da una parte, e l’occupazione dall'altra, ma a fronte di documenti tecnici approfonditi e strumenti di pianificazione integrata e non di scelte estemporanee frutto di incontri informali.
Pur essendo contrari a nuovi escavi in laguna, accettiamo:
- quanto approvato dal Senato il 6 febbraio del 2014 ossia: "(...) assicurare che tutte le soluzioni siano comparate e considerate in sede di valutazione ambientale, a prescindere dallo stato di avanzamento progettuale, attraverso un processo trasparente e partecipato e sentita la commissione per la salvaguardia di Venezia; a porre al centro della valutazione comparativa alcuni parametri, tra cui la compatibilità ambientale, la reversibilità, l'impatto economico, la sostenibilità nel lungo periodo (...)";
-
e successivamente fatto proprio dal nostro partito nel programma elettorale "Venezia 2015-2020 - Il futuro è qui” con la dichiarazione: "vietare il passaggio delle grandi navi in Bacino San Marco e Canale della Giudecca dando piena attuazione all’odg 6/2/’14 del Senato"
Venezia, 16 settembre 2015
Il circolo Pd di Cannaregio
Presentazione del Il progetto Avamporto alla Bocca di Porto
organizzata il 25 Novembre dalla Seconda Commissione consiliare della Municipalità di Venezia
Appunti e note di Franco Zannini
L’idea è di Maria Rosa Vittadini, docente all’università di architettura IUAV di Venezia, con una squadra di ingegneri, architetti ed esperti come Stefano Boato e Carlo Giacomini.
S’ispira alle antiche “gaggiandre”, le chiatte corazzate che dal ‘500, ospitate sotto grandi tettoie nell’Arsenale, venivano armate con batterie di cannoni, rimorchiate e ormeggiate a difesa alla bocca di porto del Lido nello stesso luogo in cui il progetto attuale propone un terminal galleggiante da ormeggiare all’isola artificiale del Mose.
Testo tratto da:
Febbraio - Marzo 2015 TERA e AQUA Progetto Avamporto alla Bocca di Porto del Lido presentazione di Stefano Boato “Il progetto si colloca tra i moli foranei, di fronte all’isola del MOSE, lungo l’attuale canale di San Nicolò, in ambito portuale.
La struttura è composta da cinque pontoni modulari galleggianti (incernierati tra loro), che consentono di non scavare nuovi canali, non sbancare bassifondi, non scavare in futuro. La connessione con l’energia già realizzata per la centrale dell’isola del Mose, consente di tenere spenti i motori delle navi all’attracco, eliminando ogni inquinamento acustico e atmosferico.
I costi sono di 120 milioni per i pontoni galleggianti; circa 20 per le strutture di ancoraggio. I tempi di realizzazione sono inferiori a quelli di ogni altra proposta: le strutture si realizzano in un anno, a terra, in cantieri navali; si trainano e ancorano al fondale (con sistemi speciali predisposti) ed eventualmente si dis-ancorano in 7-10 giorni.
La struttura e il Terminal sovrastante sono stati definiti negli spazi e nei movimenti dei passeggeri e delle merci di approvvigionamento. La progettazione compositiva è stata elaborata per qualificare la visione architettonica e alleggerire l’inserimento paesaggistico complessivo.
I passeggeri si spostano dalla Marittima all’Avamporto (e viceversa) con mezzi nautici lagunari, che portano da un minimo di 800 persone, ad un massimo di 1200 (come le motonavi ACTV). I natanti lagunari, che devono consentire la veduta panoramica di città e laguna, dimezzano le velocità massime attuali, specialmente nei percorsi interni bacino di S. Marco/canale della Giudecca (da 7/11 km/h a 5 Km/h), eliminando ogni moto ondoso. Le merci di approvvigionamento, in chiatte e bettoline, percorrono lentamente il canale retrostante la Giudecca (la velocità massima attuale è di 7 km/h). La Marittima continua ad esercitare in gran parte le funzioni attuali rispetto ai passeggeri ma vi approdano direttamente solo le navi inferiori alle 40.000 t. di stazza."